Elefanti e topolini - Musichiamo


         
                              
       
        Tante musiche per giocare
         una storia da raccontare
                         di
                Fulvia Rizonico






Per saperne di più


Per questo percorso  mi sono  ispirata alla metodologia di Dalcroze e di  Maria Montessori.
Dalcroze è vissuto tra la fine dell’800 e la metà del ‘900  ed è l'esponente principale delle nuove teorie pedagogiche sull’insegnamento della musica e padre della pedagogia musicale moderna.
 Maria Montessori anch'essa vissuta agli inizi del 900, da vita  a Roma, come tutti sanno, al metodo educativo più famoso al mondo. La dottoressa venuta a conoscenza delle teorie di Dalcroze ne inserì alcune parti nelle sue scuole, questo  perchè lei stessa dava molta importanza alla musica e soprattutto al canto in campo educativo.
Sia Montessori che Dalcroze sono protagonisti del pensiero   filosofico “ positivista”    questo pensiero vuole valorizzare un sapere positivo e utile alla sociètà ed esprimere grandi speranze  alle risposte della scienza e della tecnica e alle loro  capacità di risolvere i problemi della vita umana e sociale. I positivisti credono fermamente nella possibilità dell’educazione  completa dell’individuo attraverso il metodo sistematico del “fare da soli” e di autoeducazione.  Mentre molte sono le discipline dove il Positivismo  non arricchisce in modo essenziale  il “sapere “ più che valida  invece appare la pedagogia positivistica, quella che è stata definita la forma sistematico-speculativa del fare.
Le teorie dalcrosiane sono diventate la base per nuove ricerche e per l’elaborazione di nuove teorie che portano a ritenere i bambini anche piccolissimi capaci di comprendere il linguaggio musicale. 


Le teorie e le conoscenze sia di Dalcroze sia della Montessori  si intrecciano  perché partono dalla sperimentazione, dall’osservazione e dalla”” scoperta” delle potenzialità del bambino e per questo non sono metodi rigidi ma presuppongono ricerca e sperimentazione
Evidenziano tutti e due un punto importante: la presentazione dell’esercizio (lezione) da parte dell’insegnante che poi lentamente si “allontana” per lasciare libero il bambino di interpretare il gioco proposto. 
Questo è quello che è  possiblile fare quando presentiamo i giochi con la musica  del percorso che propongo nel libro -CD audio "Musichiamo".




 Molti anni fa ho cominciato ad utilizzare la musica al nido per giocare con i bambini e  piano, piano, utilizzando un percorso di studio e di ricerca, ho scoperto l’effetto positivo  dell’ascolto “attivo” della musica sullo sviluppo psicofisico dei bambini.
Infatti proponendo i giochi con la musica si entra in contatto con parti profonde del bambino.
La musica intesa come suoni e ritmi è già all’interno della sua memoria anche se è piccolissimo. E’ accertato che il feto inizia ad ascoltare prima ancora di avere un orecchio formato e cioè nel primo periodo di gestazione, intorno al terzo mese.
 Ho studiato il pensiero  di Alfred Tomatis  che in uno dei suoi nel libri  L’orecchio e la vita, affronta  l’importanza  dei primi suoni ascoltati dell’essere umano e di come il bambino sia immerso in un mondo sonoro fin dal suo stare nel ventre materno, di suoni filtrati dall’esterno, della voce della madre  e del battito del suo cuore e dei suoni viscerali che ricordano i rumori della savana al crepuscolo.
La madre nutre il feto in ogni maniera possibile ma soprattutto lo nutre di suoni. Questi suoni permettono al feto di crescere in maniera armoniosa.  Negli ultimi anni alle madri dei  bambini  nati prematuramente   si chiede di parlare al piccolo  anche se questo vive nell’incubatrice. A tale proposito sono state effettuate delle osservazioni sui piccoli ricoverati e si è visto che se la madre era presente e parlava al suo bambino, nel neonato si aveva un recupero veloce dello stato di benessere fisico e una più veloce guarigione dalle patologie di una nascita prematura.
 Nell’uomo l’udito è quindi  il primo senso a svilupparsi.
 Il bambino prima ancora di vedere, toccare e prendere, ascolta, ed è  anche attraverso l’ascolto che si rassicura ed entra in contatto con gli adulti.
 Il pianto di un bambino si placa se la mamma gli parla e o consola con una cantilena. Il canto calma il  bambino che ne percepisce i fattori positivi.


 La musica per i bambini piccoli è linfa vitale, soprattutto quella cantata dal vivo.
Il canto coinvolge l’intera persona; quando  cantiamo il nostro respiro prende il ritmo giusto dobbiamo, anche nostro malgrado calmarci; per cantare ci poniamo in modo positivo nei confronti dei bambini che in quel momento sono nostri ascoltatori. Noi trasmettiamo la nostra calma ed entriamo in relazione diretta con i bambini. Il canto li attrae in maniera totale proprio perché i suoni sono parte del suo piccolo bagaglio con il quale sta intraprendendo il viaggio della vita. Alcune canzoni  sono particolarmente adatte per permettere la concentrazione e l’immaginazione. Il bambino non avendo immagini da guardare  ma solo musica e parole da ascoltare  vede con la mente lo scenario dove si svolge l’azione dei personaggi di cui noi stiamo cantando la storia. Come  quando noi leggiamo un libro, per quanto lo scrittore possa aver descritto  nei dettagli  la scena dove si svolge l’azione, ognuno di noi la immaginerà a suo modo.
  Lo stesso accade nei bambini piccoli mentre noi cantiamo, così facendo li aiutiamo nella formazione/costruzione del pensiero. Ed è per questo che qualsiasi interruzione è da evitare nel modo più assoluto. La concentrazione che vediamo sui loro volti è il miglior regalo che loro fanno a noi ed è rispettandola che dimostriamo loro di essere dalla loro parte. 

Le teorie sull’apprendimento del linguaggio ci dicono che proprio partendo dalle  capacità uditive dell’ individuo prima della sua nascita, il bambino è in grado di capire la lingua materna.
Successivamente il continuo scambio di relazioni sia verbali sia affettive permettono al piccolo di imparare a parlare. A nessuno verrebbe mai in mente di iniziare a parlare con un bambino solo quando lui è in grado di parlare e di risponderci correttamente. Nei primi tre anni e anche negli anni successivi il bambino impara, cresce imparando. Ha bisogno di imparare, di riempire il suo essere di conoscenze.
L’educazione alla musica attraverso l’ascolto attivo aiuta lo sviluppo percettivo, lo sviluppo psicomotorio e lo sviluppo ludico sociale.

Lo sviluppo percettivo

Nella civiltà occidentale esiste il predominio della percezione visiva.
Sul piano della ricerca le scienze cognitive sono centrate più sul rapporto cervello- visione che sul rapporto cervello- linguaggio –ascolto- visione. 
Quindi rivalutare la percezione uditiva ed educare all’ascolto  è di grande importanza.

Lo sviluppo psicomotorio.  

Nei primi tre anni di vita, il bambino non è capace di apprendere attraverso le parole  in modo teorico e astratto, ma il suo apprendimento è prevalentemente sensoriale e attivo. Per imparare la musica deve  esprimere la sua creatività  le sue emozioni, deve fare  musica prima di tutto attraverso il proprio corpo
Il corpo è il primo strumento. Tutte le esperienze nei primi anni di vita sono state scoperte e sperimentate attraverso la dimensione corporea.

Lo sviluppo ludico-sociale.  

I giochi con la musica sono un’attività da fare in gruppo. Il gruppo protegge l’individuo e nello stesso tempo lo stimola e lo aiuta ad esprimersi.
Anche chi non partecipa attivamente, rimanendo seduto a guardare gli altri correre, saltare ecc,ecc. riesce ad essere coinvolto dall’attività musicale (chiameremo questo :”bagno acustico”) che permette agli individui di elaborare emozioni e sensazioni proprie del linguaggio musicale. Stare insieme e dividere lo spazio, creare relazioni e accettare le regole, sono cose che  fanno parte dei giochi dei bambini  e possono essere utilizzati per l’ insegnamento del linguaggio musicale.
Attraverso quella che  Montessori definisce ripetizione educazionale  che è  insita nel gioco stesso e sviluppa uno dei tanti modi  in cui il bambino si esprime, esercitando la fantasia, la socialità e la comunicazione. Il modo in cui il bambino esegue l’esercizio lo  dimostra perché egli si immerge nell’esercizio con  una forte partecipazione e attenzione e non si accorge degli altri se non nella misura di sentirsi protetto dal gruppo.
Attraverso il proprio corpo l’individuo sperimenta le sue capacità cognitive e emotive.
 I bambini si muovono in eccesso rispetto alle normali attività, corrono quando non c’è fretta, fuggono senza essere inseguiti, spesso copiano il movimento dell’altro, lo rielaborano a modo loro e di solito quando corrono sono felici e lo dimostrano ridendo e emettendo piccoli gridolini. Non si può  non sapere che hanno anche bisogno di momenti di calma per rilassarsi. Quindi occorrerà prevedere momenti di relax anche all’interno di una “ lezione di musica”.
 Per crescere muoversi è fondamentale e indispensabile.
 Per questo si può abbinare la musica e il movimento  utilizzando le teorie dalcrosiane sull’apprendimento musicale.  L’osservazione di tutto questo mi  ha permesso di inventare i giochi con la musica
Per  mettere in pratica  il percorso  di educazione all’ascolto occorre che sia
l’insegnante a mostrare l’esercizio relativo alla musica, i bambini “copiano” ma in realtà elaborano a modo loro gli esercizi. 
 Tutto il percorso si basa su contrasti musicali e i primi concetti, perché come i contrasti sono l’inizio dell’educazione sensoriale,  così il contrasto musicale è compreso meglio e aiuta  l’educazione ritmica. L’insegnante dovrà imparare che è bene presentare un concetto musicale alla volta.
La sovrapposizione della musica al movimento è un  vero accompagnamento  al passo che si è stabilito. Il movimento lento tende a frenare l’esuberanza dei bambini che controllandosi  effettuano uno sforzo  proprio per il controllo del movimento, questo li rende consapevoli delle loro capacità di autocontrollo. In contrasto con il camminare a passo lento e con la sua musica abbinata, è il passo della corsa, i due ritmi contrastanti sono quelli ai quali i bambini piccoli sono particolarmente sensibili.
 L’ adulto si trova in un piano diverso e non può e non deve intervenire sulla
” ricerca” del movimento, perché in questo caso siamo di fronte alla rivelazione del mondo interiore del bambino; ci troviamo di fronte al fenomeno di crescita pura e semplice.
 I bambini sentono la musica e spesso non si limitano a eseguire  la proposta di movimento ma aggiungono movimenti delle braccia  e scelgono una loro andatura... Alcuni giochi che propongo nel mio percorso imitano le andature degli animali e  sono particolarmente indicati per imparare i principali concetti musicali. Imitando le andature degli animali i bambini  riconoscono suoni e ritmi della musica. Attraverso il movimento, il bambino si esprime e sperimenta le sue possibilità e capacità sia motorie sia emotive, esplora lo spazio in cui si muove e stabilisce rapporti con gli altri.   Il percorso inizia con  la proposta di giochi ritmici al suono del tamburello e prosegue in un secondo tempo facendo ascoltare ai bambini i concetti  musicali più semplici presentandoli sotto forma di contrasti.
La presentazione di un contrasto musicale è un gioco da fare insieme.  Desidero qui fare un esempio per spiegare meglio quanto detto fin ora: il contrasto tra le andature dell’elefante e del topolino si presta a rappresentare il contrasto musicale LENTO/VELOCE. Il brano musicale che accompagna questo esercizio alterna varie volte le musiche delle due andature e, nel finale, gli elefanti su una musica che rallenta sempre di più, si sdraiano e si addormentano; a un colpo forte si risvegliano allegramente.
 La musica e il movimento sono imprescindibilmente legati l’una all’altro. Non a caso il movimento e la musica trovano alla fine della loro ricerca numerose leggi che li accomunano. La capacità di eseguire movimenti naturali del corpo e di elaborare semplici sequenze motorie seguendo il ritmo della musica,  porta allo sviluppo della capacità di ascolto e all’apprendimento del linguaggio sonoro.
 Il percorso  offre ai bambini  la possibilità di sperimentare attraverso i movimenti del corpo, il senso del ritmo, la percezione uditiva, la capacità di concentrazione  e di ascolto. Attraverso questi giochi i bambini sviluppano la sensibilità e l’immaginazione e trovano il piacere di ascoltare la musica, con musiche e canti adatti allo scopo.  

  Negli incontri di  laboratorio studieremo insieme i primi concetti musicali  attraverso piccole coreografie.
 Il terzo  incontro sarà dedicato alla “STORIA DI UN PESCIOLINO MOLTO CURIOSO”  in questa storia, un piccolo pesciolino incontra tanti personaggi, ad essi appunto sono abbinate musiche che rappresentano un contrasto o un concetto musicale; i movimenti armoniosi che la musica suggerisce permette ai bambini di elaborare  attraverso l’ ascolto attivo, piccoli giochi di movimento. 
La storia è  semplice e di facile comprensione, le musiche,  sono studiate sia nei tempi che nelle armonie e melodie, proprio per permettere ai bambini di avere un approccio divertente e positivo alla musica.

Proporre un contrasto alla volta è un procedimento che riesce a dare chiarezza nel riconoscere la differenza. Dal lato psicologico è bene dare la possibilità al bambino di concentrarsi offrendo pochi stimoli alla volta ( la stanza deve essere priva di giochi che possano attrarre l’attenzione e di arredi per permettere di muoversi liberamente) e di rispettare le regole  che sono quelle del fare e del non fare; ma non di fare altro!

La presentazione di un contrasto è un gioco da presentare svariate volte senza però porsi il problema di un “apprendimento” veloce da parte dei bambini. E’ sufficiente presentare un contrasto anche solo una volta a settimana, mentre andando avanti nel lavoro la frequenza di presentazione può essere aumentata  stando molto attenti a lasciare del tempo tra una proposta e l’altra. Quando un certo numerosi nozioni sono state acquisite è possibile creare un'unica coreografia che contenga tutti gli elementi musicali proposti durante l’anno.
Si deve iniziare con i giochi al tamburello e con esercizi preliminari che ricordano la ginnastica yoga per distendere i muscoli e  per facilitare la concentrazione. L’uso di un cuscino sul quale sedersi permette di ritrovare facilmente il proprio posto dopo aver eseguito l’esercizio e di riposarsi in attesa del successivo, L’insegnamento  graduale aiuterà  il bambino  nel percorso di apprendimento e egli avrà il piacere di fare cose alla sua altezza e non vivrà la frustrazione del non saper fare.
  






5 commenti:

  1. Buongiorno sono proprietaria di un nido, ero interessata a questo materiale lo ordinato il 17 ottobre,ma non mi è arrivato nulla!!! Perchè?? :(

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    1. Scusa mi dispiace, ma dove lo hai ordinato? Purtroppo sono rimaste poche copie. Fammi sapere se sei ancora interessata così ci mettiamo d'accordoper una spediazione.

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  2. Che bello...Io mi occupo di musica nella fascia di età 0-6 anni e tutte queste cose le ho studiate anch'io. Tuttavia trovo davvero interessante leggere come ciascuno sviluppi il suo proprio modo di trasmettere la sua gioia di FARE MUSICA con questi piccoli. :)

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  3. Purtroppo abito a Genova, dove non ci sono molte offerte educative: non c'è neanche una scuola steineriana e solo due sezioni (nemmeno scuole) Montessori in due circoli differenti del centro, per il resto nulla più! Nessuna educazione "alternativa" per i bimbi genovesi, ahimè! Ma la Musica permette di fare tutto! ;)

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  4. Sarei molto interessata all'articolo...come posso fare per acquistarlo??
    grazie!! :)

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